Oggi è il tempo delle cattive notizie perchè, ahimè, la vita purtroppo porta anche queste.
L’abbiamo chiamata Ofelia, la tartaruga arrivata sabato, e abbiamo capito subito che versava in condizioni gravissime.
Ofelia non ha avuto la fortuna di ricevere soccorso dal suo pescatore, nè di essere trovata da altri in tempo per evitare di morire, come di solito accade.
Aveva ingerito un amo da palamito a cui erano attaccati diversi metri di una grossa lenza. L'amo era oramai sceso nella parte bassa dell'intestino e la lenza lo aveva percorso interamente.
L'intestino presentava lacerazioni gravi, il corpo era pieno di liquidi e la tartaruga era in setticemia. Purtroppo in questi casi per le tartarughe marine la fine, quasi auspicabile perché pone termine al dolore, non è rapida, e l'agonia può essere molto lunga.
Pur sapendo di non avere chance, abbiamo provato a salvare Ofelia, senza risparmiarci. Tutta la gente di tartAmare, dai veterinari ai volontari, ha sperato fino all’ultimo nel miracolo e ha dato vita a una vera e propria “staffetta umana” per non lasciarla sola mai, giorno e notte, durante questa agonia.
Alla fine ci siamo dovuti arrendere e Ofelia non ce l’ha fatta.
Siamo molto tristi e il sentimento di impotenza di fronte a questa perdita è forte.
Ofelia però ci ha trasmesso ancora più determinazione per continuare a lavorare e a raccontarvi quali sono i comportamenti giusti per salvaguardare il mare, affinchè episodi del genere non si verifichino più.
Un messaggio infine per i pescatori: soccorrete le tartarughe pescate accidentalmente.
A voi non costa niente ed evita di IMPOVERIRE quel meraviglioso mare che vivete ogni giorno e che a voi, come del resto a noi, dà vita.