LEK: un ponte fra la scienza e i pescatori (e non solo)
Introduzione
Prima ancora di essere allevatore, l’uomo era cacciatore e non si limitava a cacciare solo animali terrestri ma anche le forme di vita che popolavano il mondo sottomarino.
Dapprima, fin dal Paleolitico, con il semplice utilizzo delle proprie mani l’uomo ha praticato l’arte della pesca, specializzandosi poi sempre di più costruendo strumenti come ami, reti, arpioni.
- Rappresentazione egiziana dell’attività di pesca.
Con il passare dei secoli, l’uomo si è evoluto e così anche la pesca: strumenti sempre più efficienti sono stati costruiti, il mercato si è espanso sempre di più, fino a diventare globale. Al centro di questa evoluzione, le figure protagoniste di questo cambiamento sono sempre stati i pescatori, persone che trascorrono la maggior parte del tempo in mare, e che si può dire rappresentino coloro che meglio conoscono il mondo marino. Se vi sono dei cambiamenti, infatti, sono i primi ad accorgersene proprio perché vivono il mare tutti i giorni.
Ciò nonostante, per molti anni la comunità scientifica non ha tenuto conto di questa importante risorsa. La scienza, infatti, ha sempre teso ad essere un mondo a parte, quasi elitario, in cui perfino la divulgazione dei risultati delle ricerche e delle scoperte era riservata ai soli appartenenti al mondo scientifico. Si trattava di scienza per la scienza.
Negli ultimi decenni, però, qualcosa è cambiato. L’impatto antropico e i cambiamenti climatici hanno portato numerosi effetti sugli ecosistemi, soprattutto su quelli marini. Cambiamenti in temperatura, salinità e altri parametri, hanno determinato la perditadibiodiversità, l’introduzione di specie in determinati habitat e hanno influenzato la stabilità e la resilienza degli ecosistemi. Tutto questo è stato monitorato e continua ad essere monitorato nel tempo grazie a campagne in mare e campionamenti per la raccolta dati. Purtroppo, però, spedizioni e campionamenti hanno un costo e, per questo motivo, non è possibile svolgerli con una certa frequenza. Ed è qui che è subentrata la LEK.
Cos’è la LEK
Data l’impossibilità di poter svolgere un monitoraggio continuo nel tempo, la comunità scientifica ha imparato ad utilizzare in maniera scientifica tutte quelle informazioni ecologiche in possesso delle comunità locali, che, nel caso del mare, sono rappresentate dai pescatori. Questo tipo di approccio viene definito Local Ecological Knowledge (LEK), ovvero “conoscenza ecologica locale”. Infatti, seppur di impronta non accademica, i pescatori sono una fonte di conoscenza ecologica inimmaginabile. Quando sono arrivati i primi esemplari di specie non indigene in Italia, i primi ad accorgersene sono stati i pescatori, che ritrovavano nelle reti pesci mai visti prima. Quando è cominciato il calo di alcuni stock ittici, sono stati sempre i pescatori a rilevarlo per primi, perché ritornavano a casa con reti sempre più vuote. Questo tipo di approccio, quindi, permette di determinare la presenza o meno di determinate specie e di ricostruire il trend di abbondanza delle specie di interesse commerciale e anche di determinarne la variabilità nelle taglie di cattura.
- Locandina dell'Ente Fauna Marina Mediterranea sul progetto AlienFish, ovvero sulle catture delle specie aliene nel Mediterraneo.
Questo tipo di procedura, però, può essere soggetto a errori dovuti alla soggettività delle informazioni che possono essere imprecise per via delle influenze culturali e geografiche, ma anche per caratteristiche come età, sesso, personalità degli intervistati o addirittura per la stessa interazione di chi intervista con l’intervistato che può, in alcuni casi, influenzare le risposte. Nonostante ciò, se tutte queste variabili vengono tenute in considerazione al momento dell’elaborazione dei dati, questo tipo di informazioni possono assumere un’importanza di un certo rilievo. Sempre più studiosi, infatti, stanno integrando questo tipo di raccolta dati con le più classiche tecniche di monitoraggio.
Inoltre, questo approccio non permette solo un’acquisizione maggiore di informazioni, ma permette di stabilire un legame tra scienziati e pescatori, un vero e proprio ponte che unisce due mondi e che migliora il dialogo tra essi, determinando una sinergia che potrebbe portare ad una migliore gestione delle risorse ittiche e delle problematiche ambientali di origine antropica.
É importante riuscire ad estendere questo tipo di approccio anche al resto dei cittadini, non solo ai pescatori. L’importanza della scienza è che venga condivisa, divulgata, perché solo in questa maniera si può andare veramente verso il cambiamento e verso la risoluzione delle problematiche che affliggono il nostro Pianeta. Infatti, per questo motivo, ci sono sempre più progetti scientifici che prevedono lo sviluppo di app per il monitoraggio o di attività divulgative che permettano il confronto tra scienziati e cittadini e uno scambio di informazioni.
Sitografia:
- The value and limitations of local ecological knowledge: Longitudinal and retrospective assessment of flagship species in Golfo Dulce, Costa Rica - https://besjournals.onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/pan3.10219
- Fishers’ Local Ecological Knowledge (LEK) on Connectivity and Seascape Management - https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fmars.2019.00130/full