Venerdì, 30 Settembre 2022 10:00

Intervista a Adrishark. La Voce degli Squali

Adrishark- la voce degli squali.

 

Cos’è la prima cosa che vi viene in mente quando si parla di squali?

Probabilmente la maggior parte di voi penserà al Carcharodon carcharias, ovvero lo squalo bianco (o grande squalo bianco), divenuto famoso soprattuttodopo il film di Spielberg del 1975 Lo squalo (in lingua originale Jaws). Non solo, forse alcuni di voi pensano agli squali come organismi lontani da noi, dal mar Mediterraneo. Eppure, non è così.

Per questo motivo, dopo l’articolo uscito qualche giorno fa su alcune delle minacce che colpiscono proprio questi animali, abbiamo deciso di intervistare Laura Piredda, conosciuta come Adrishark su instagram. Proprio attraverso questo social, infatti, Laura cerca di trasmettere una visione diversa degli squali.

 

  1. Laura Piredda, alias Adrishark.

 

Ciao Laura,cosa è Adrishark e perché questa passione per gli squali?

Gli squali hanno sempre fatto parte del mio mondo, anche se da piccola non amavo il mare. Odiavo l’acqua, davvero, poi crescendo qualcosa è cambiato. Guardando i film sugli squali, gli stessi su cui ora cerco di sfatare i miti, io facevo il tifo per loro. Ero lì, davanti lo schermo e dicevo “forza, mangiala quella persona!”. Successivamenteho iniziato a capire che, attraverso la televisione e il grande schermo, lo squalo veniva demonizzato. Per questo motivo ora cerco di fare ciò che posso a riguardo. Adrishark è nata ormai due anni fa, nell’aprile 2020, con il desiderio di fare vedere gli squali diversamente. Spero, inoltre, di far diventare Adrishark un vero e proprio progetto scientifico. Quindi incrocio le dita a riguardo. Attualmente, invece, sto per laurearmi ad un master sui grandi vertebrati marini con un progetto di tesi sullo sviluppo embrionale dello squalo zebra in cattività.

  

Buona fortuna allora con tutto, sia per la tesi che per i tuoi progetti!È bellissimo, però, immaginarti mentre facevi il tifo per gli squali. Comunque, noi sull’articolo abbiamo parlato soprattutto dello sharkfinning, ma ci sono molti più problemi che colpiscono gli squali. Uno tra questi è la frode alimentare, che tratti molto sul tuo profilo. Quindi, cosa puoi dirci a riguardo?

Purtroppo,la frode alimentare è un problema a livello globale,accade anche in Italia e con tutti i prodotti alimentari. Per quanto riguarda gli squali, ci sono vari problemi che concernono la vendita. A partire dal nome, nel senso che si usa lo stesso nome per indicare più tipi di squali, oppure vendere un pesce spada che in realtà è uno squalo. Nel settore ittico e della commercializzazione di tutto il mondo, esistono diversi nomi per indicare gli animali, designati da enti o organizzazioni. Il problema dove sta? Prendiamo ad esempio lo squalo mako dalle pinne corte (che troviamo tipicamente nei supermercati),il suo nome scientifico è Isurus oxyrinchus, ma sulle etichette spesso ci trovi scritto anche “mako o smeriglio”, addirittura alcune volte anche solo “smeriglio”. Eppure, lo smeriglio è il nome comune di un altro squalo, ovvero il Lamna nasus, che è completamente diverso dal mako. Questo ovviamente comporta una mal identificazione della specie, che invece è importante.

 

Cosa si può fare, quindi, per evitare la frode alimentare?

Come prima cosa, bisogna sempre chiedere. Ma non solo per quanto riguarda la frode legata agli squali, mi riferisco ad ogni tipo di prodotto. Non fermatevi, magari, all’etichetta dove alcune informazioni possono mancare. Chiedete sempre! Per il trancio di pesce che ti vendono ai ristoranti o in pescheria, basta riuscire a farci l’occhio. Il trancio del pesce spada e quello di squalo sono molto simili, ma se avete la possibilità di porre i due pezzi accanto potete notare effettivamente le differenze. Come ad esempio il colore, che nel pesce spada è più chiaro e ha una linea scura a forma quasi di un tre che è il muscolo rosso. Invece lo squalo è molto più scuro e il muscolo rosso somiglia più ad un pallino o un triangolino sempre nero. Un’altra cosa che potrebbe aiutare è toccare la pelle, che nel pesce spada è liscia mentre nello squalo è ruvida.

 

  1. Trancio di pesce spada a sinistra e di smeriglio a destra.

 

Oltre allo sharkfinning e la frode alimentare, quali sono gli altri problemi che minacciano gli squali ma che sono poco conosciuti?

Le minacce sono davvero tante, come ad esempio la pesca. Tra l’altro il finning è ormai diventato relativo, grazie alla forte sensibilizzazione che vi è stata negli ultimi anni. Adesso lo squalo bisogna portarlo a terra, intero, e solo lì puoi togliergli le pinne. Questo però ha contribuito ad una maggior commercializzazionedella carne di squalo. I pescatori, ovviamente, non potendo più buttarlo in acqua una volta pescato, lo vendono. Di conseguenza, vi è stata una maggior richiesta di questo prodotto da parte del consumatore. Non dovete, però, immaginarla come una realtà lontana, magari solo dei Paesi asiatici. Il consumo di squalo sta diventando sempre più usuale anche in Europa, come in Italia, Spagna, Francia, ecc. Altri problemi sono ad esempio il bycatch o anche l’assenza della taglia minima di cattura. In questo ultimo caso vi è l’aggravante dell’estrema lentezza degli squali nel diventare maturi sessualmente. Alcuni squali ci mettono 16/20 anni prima di potersi riprodurre. Ciò vuol dire che si pescano squali ancora piccoli, che magari non si sono mai riprodotti nemmeno una volta e la conseguenza è la diminuzione delle varie popolazioni. Ci sono però diverse istituzioni, come l’ICCAT, che si occupa di tonni ma anche di squali, che ha inserito delle quote di pesca (ciò significa che hai un numero limitato di mako o verdesca che puoi pescare). Purtroppo, questo non basta e nel Mediterraneo molte specie di squalo stanno sparendo. Fino a qualche anno fa, ad esempio, nel sud del mar Mediterraneo si potevano vedere gli squali martello, ora non più.

 

Questo, ovviamente, comporta problematiche anche di tipo comunicativo.

Assolutamente sì. Infatti, moltissimi giornali spesso scrivono degli articoli con un titolone del tipo “Uno squalo è stato avvistato in Sicilia”, o in qualsiasi altro luogo. La mia reazione potete immaginarla. Voglio dire: è uno squalo che nuota e, sì, sta anche nel Mediterraneo. Stanno diminuendo, ma loro vivono nel mare, di qualsiasi parte del mondo. Oppure ci sono quei titoli del tipo “Squalo attacca o preda una persona”, no, non è così. Lo squalo non vuole predare l’uomo perché non faparte della sua dieta, non è la sua preda target.

 

Purtroppo, è vero. Capita anche a noi quando, ad esempio, diciamo che lo squalo bianco vive anche qui nel mar Mediterraneo, spesso le persone rimangono sconvolte perché vedono questi animali come appartenenti più a mari tropicali o diffusi in America o Australia. Secondo te, quindi, perché c’è tutta questa disinformazione sugli squali?

A proposito di questo, nel mar Mediterraneo ci sono più di trenta specie di squalo, ma ovviamente non te li ritrovi davanti mentre nuoti. Gli squali preferiscono starsene per fatti loro in zone più a largo. Quando lavoravo all’acquario di Malta io chiedevo ai turisti “Ma secondo voi ci sono gli squali nel nostro mare? Intorno a Malta, l’Italia, la Grecia?”. Loro mi rispondevano tutti “no” e da lì iniziava la paura nello scoprire invece il contrario. Con calma, poi, io spiegavo loro le caratteristiche degli squali, della pesca o del finning e dei film che invece li mostrano come antagonisti, figure negative. Allora mi piace far immaginare un mondo parallelo dove, al posto del film sullo squalo, ci stava un film su un delfino assassino, che uccideva tutti. Immaginatelo anche voi! A quest’ora tutti quanti avremmo paura dei delfini e non degli squali. Ci sono varie considerazioni da fare, ovviamente. I film sono un problema, ma in maniera relativa. Io ricordo che quando ero piccola, ci stava un film su delle api modificate ed assassine ma non c’è ora una vera e propria demonizzazione di questi insetti. Sugli squali, invece, c’è stato un effetto molto più impattante! Io vi dico che, se fossi una naufraga in mezzo all’oceano, in primis avrei assolutamente paura. Infatti, sia chiaro, non dico alle persone che non devono avere paura degli squali, bisogna tenere in mente che sono comunque predatori, ma questo non vuol dire che ti attacchino per forza. Bisogna sempre pensare che quando siamo in mare è come se stessimo su un altro pianeta, non è il nostro habitat; quindi, è giusto stare sempre in allerta. Non solo con gli squali, anche con delfini o balene. È necessario sapere come comportarsi in acqua, sia che fai snorkeling, diving o nuoto. Poi, come dicevamo prima, c’è un forte problema di comunicazione. Spesso l’attacco da parte di uno squalo viene amplificato molto dai media, ma sono degli eventi davvero molto rari e sporadici.

 

Deve essere una paura razionale, come per tutto.

Sì, senza dubbio. Anche perché le persone spesso poi, capendo la realtà degli squali, reagiscono di conseguenza. Mi sono trovata spesso persone che poi si emozionavano o piangevano quando parlavo del finning e uscivano da lì dicendomi che avrebbero fatto più caso poi nelle pescherie, proprio per cercare di evitare di comprare carne di squalo. Purtroppo per la conservazione degli squali la situazione è un po’ difficile, importante è parlare con i pescatori. In alcune zone, come ad esempio a Malta, si usa andare nelle pescherie per salvare le uova e portarle in acquario.

 

C’è tanto da fare, purtroppo. Non è facile tutelarli proprio perché molte persone, a causa della paura che ne hanno, non vogliono farlo.

Sì, ad esempio in Australia ci sono vari problemi da moltissimi anni. In pratica hanno messo in mare delle reti molto lunghe con degli ami pieni di cibo, fatte per tutelare surfisti e bagnanti. Il problema è che ci stanno finendo balene, squali zebra (che sono del tutto innocui), delfini, tartarughe. Eppure,non catturano gli squali bianchi, ovvero la specie per cui avevano messo tali reti. È uscito un documentario a riguardo che si chiama “ENVOY film”, le persone spesso riprendono quello che accade proprio per denunciare il tutto. Vogliono far capire al mondo quello che accade! Inoltre, una persona comune non può andare lì a toglierle perché rischi di danneggiarle e, non solo, puoi essere anche arrestato o ricevere delle multe per un’azione del genere. È successo qualche anno fa che, appunto, una persona ha cercato di salvare una balena che era rimasta impigliata nella rete ed è stata multata. Per non parlare della pesca ricreativa che fanno in America, catturano tantissimi squali perché non sono animali tutelati. Anzi, vengono anche pagati in alcune zone per farlo. Per loro, lì è tutto legale, anche uccidere uno squalo con un coltello in testa dopo averlo trascinato sulla spiaggia e averci “giocato”. Se cercate “shark tournament” vedrete di cosa sto parlando. Noi però dobbiamo continuare a fare quello che facciamo: comunicare, divulgare, diffondere il più possibile ciò che sappiamo. È tosta e davvero difficile e non la vedo molto rosea per questi poveri animali, ma noi non dobbiamo mollare!

 

“Non dobbiamo mollare”, parole bellissime dette con il desiderio di vedere un mondo diverso. Tutto dipende da noi. Impariamo ad informarci, a domandare, a mettere in dubbio ciò che abbiamo sempre pensato. Gli squali sono animali importanti, sotto tutti i punti di vista, ed è possibile scoprire il loro mondo andando oltre l’immaginario comune. Guardatevi, anzi guardiamoci intorno, alla ricerca di persone come Laura che possono aprirci gli occhi su una realtà tanto diversa da quella che conoscevamo. Ascoltiamole e, soprattutto, ascoltiamo questo mondo che grida “aiuto”.

Noi, come sempre, cercheremo di fare del nostro meglio per diffondere notizie come queste.

 

Adrishark è una ragazza semplice, solare, anche molto timida e, soprattutto, è la voce degli squali. Continua così, noi ti auguriamo di vedere realizzato ogni tuo desiderio e progetto. In bocca al lupo… anzi, in bocca allo squalo.