Come sapete la stagione di nidificazione delle tartarughe marine è in pieno fermento, e anche sulle nostre coste toscane sono apparsi i primi nidi e numerose tracce di emersione.
Un grande numero di volontari, molti dei quali hanno partecipato ai nostri eventi di formazione, si sveglia all’alba e monitora con grande impegno le spiagge per cercare di individuare la traccia lasciata da mamma tartaruga.
Le segnalazioni di tracce di emersione rinvenute sulla spiaggia o di tartarughe che escono dal mare per deporre sono state numerose fino ad ora, il che ci rende molto felici e ci ripaga del grande impegno che mettiamo nel fare informazione riguardo a questi eventi così particolari e delicati, che interessano, ormai da qualche anno, le nostre coste.
Mentre abbiamo parlato molto del riconoscimento delle tracce di emersione delle femmine in deposizione e delle modalità con cui deve avvenire il monitoraggio delle spiagge, ci siamo resi conto di esserci soffermati forse troppo poco sulle fasi immediatamente successive all’individuazione della traccia, che tuttavia sono cruciali per la sopravvivenza dell’eventuale nido.
La primissima cosa da fare al rinvenimento di una presunta traccia di emersione è segnalarla immediatamente chiamando il 1530 e, qualora se ne conoscano i contatti, un’associazione che si occupa di tutela dei nidi di tartaruga marina in quella zona specifica.
Per quanto riguarda la parte di costa toscana che va da Principina a Mare fino a Marina di Pisa, la competenza appartiene a tartAmare, che può essere avvisata al numero 3384876614.
È fondamentale poi mettere in sicurezza tutta l’area circostante la traccia, evitando che le persone la cancellino camminandoci sopra, fino all’arrivo del personale scientifico, che dovrà interpretare la traccia e procedere con la verifica della presenza delle uova.
Il ruolo del volontario, se pur fondamentale, si ferma a questo punto.
Tutte le operazioni successive infatti, volte a verificare l’effettiva esistenza di un nido, DEVONO necessariamente essere svolte da personale specializzato e autorizzato.
È quindi assolutamente VIETATO, per chiunque non disponga di una specifica formazione scientifica e di un’autorizzazione da parte del MiTE (Ministero della Transizione Ecologica), tentare di scavare alla ricerca delle uova, così come manipolare le uova stesse.
A differenza di quel che potrebbe sembrare ad un occhio inesperto, lo scavo mirato alla verifica della presenza di un nido è un’operazione tutt’altro che facile che, se effettuata nel modo sbagliato o da persone non formate, può rendere impossibile il ritrovamento delle uova, comportando così l’impossibilità di confermare la presenza del nido.
Altro rischio di operazioni svolte da personale improvvisato e non autorizzato è quello della compromissione della sopravvivenza del nido stesso, le prime ore successive alla deposizione sono infatti estremamente delicate per le uova, che quindi devono essere approcciate e, qualora sia necessario, manipolate solo da personale esperto.
Ricordiamo infine che le tartarughe marine sono animali a rischio di estinzione e protetti dalla nostra legislazione, per questo motivo la manipolazione sia di esemplari che di uova, è soggetta ad autorizzazione specifica e nominativa da parte del MiTE.
Chiunque, pur non disponendo di tale autorizzazione, si trovi a manipolare uova di tartaruga marina è passibile di denuncia e punibile con sanzioni PENALI dalle autorità competenti.