Sabato, 04 Febbraio 2023 14:05

"Colpa" delle Tartarughe Marine?

In data 01/02/2023 il quotidiano La Nazione è uscito con l'articolo che potete leggere in forma estesa al link seguente https://www.google.com/amp/s/www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/paletti-dellarpat-al-ripascimento-la-colpa-e-delle-tartarughe-marine-1.8494889/amp

L'articolo, di per sé corretto, sceglie di dare un taglio che noi non condividiamo ad una notizia che in qualche modo riguarda le tartarughe marine e le loro deposizioni nel tratto di costa più settentrionale della Toscana.

Essendoci occupati in prima persona, a supporto del WWF, di quei nidi e conoscendo quindi in maniera diretta quella situazione, vorremmo approfondire la questione e lasciare un nostro commento ad articoli del genere.

IL FATTO:

1) un soggetto chiede autorizzazione alla Regione Toscana per un intervento di ripascimento su un tratto di costa del comune di Massa, specificando nel progetto quali saranno i materiali e la metodologia che utilizzerà.

2) Regione Toscana chiede parere tecnico ad Arpat.

3) Arpat nell'istruttoria non può non tenere presente e menzionare che in quella zona l'anno passato ci sono state 3 nidificazioni accertate di tartaruga marina. Ma questo è solo uno degli elementi su cui si basa per esprimere il parere, in una relazione più ampia che prende in considerazione un insieme vasto di altri aspetti sui quali un eventuale ripascimento potrebbe impattare, analizzando tutte le criticità possibili (che però magari risultano meno interessanti nel racconto che il giornalista vuole fare al pubblico e nella chiave di lettura che vuole che esso abbia)

4) Fine della storia: il ripascimento verrà fatto. Quindi di fatto l' operazione NON E' BLOCCATA in alcun modo da queste circostanze (anche questo non è ben chiaro leggendo l'articolo)


Ovviamente Regione Toscana in questa sua determina non può esimersi dal dare alcune indicazioni su come debba essere svolto il lavoro sulla base di quanto osservato e riportato da Arpat e quindi anche sulla base del fatto che questo tratto di costa è stato interessato da nidificazioni di tartarughe marine.

In questo senso le uniche due indicazioni date (che nell'articolo vengono definiti ad hoc dei "paletti") sostanzialmente sono:

- evitare di svolgere le operazioni durante la stagione balneare che coincide con la stagione riproduttiva della tartaruga marina. Ma per quanto riguarda il periodo dei lavori è lo stesso proponente che evidenzia come questi siano previsti entro l'inizio della stagione, come è logico che sia, non tanto in considerazione dell'attività riproduttiva della tartaruga ma più che altro compatibilmente proprio con l' attività dei balneari.

- la spiaggia realizzata dovrà conservare le caratteristiche più naturali possibili, quindi essere composta di sabbia e avere una pendenza graduale. Quindi si chiede di evitare quanto più possibile,di utilizzare materiali provenienti da terra (non di origine marina) come materiale di cava o ghiaia, con una granulometria troppo diversa da quella da quello della sabbia. Ci pare ovvio come quanto chiesto dalla Regione sia mirato ad avere infine una spiaggia di qualità migliore anche per la balneazione.

Inoltre risulta evidente a tutti che una spiaggia erosa non è certo accogliente neanche per questi splendidi animali che stanno ampliando il loro areale di nidificazione. Questo sposta completamente il punto di vista: l'erosione costiera è un problema per l'uomo come per la tartaruga marina. Il ripascimento può essere addirittura favorevole alla nidificazione della specie dove il tratto di costa non esiste più o è gravemente rimaneggiato. Che poi si debba farlo con tutti i crismi, dallo studio della morfologia della spiaggia all'analisi della granulometria della sabbia, all'analisi del materiale che viene utilizzato è fondamentale, non è un paletto ma ciò che serve ad armonizzare certi interventi con la presenza di specie particolarmente protette come la tartaruga marina. Viepiù la presenza della tartaruga e dei suoi nidi in alcuni casi può essere addirittura propizia ad alcuni interventi, cioè grazie ad essa si può spingere verso un ripascimento, naturalmente se fatto con le dovute attenzioni.

Alla luce di quanto detto finora, l'articolo scritto dalla Nazione ci lascia piuttosto esterrefatti, il taglio che è stato dato a questa notizia effettivamente pare voler demonizzare la specie che tutti quanti, con grande sforzo, cerchiamo di tutelare, peraltro in un' area, quella della litorale della Toscana settentrionale in cui la nidificazione è un fenomeno nuovo, al quale i balneari ancora si devono abituare e dove quindi sarebbe ancor più necessaria una campagna di sensibilizzazione.

Ci pare piuttosto irresponsabile creare dei titoli in prima pagina in cui le tartarughe sono definite ostacolo alla stagione balneare o in cui si dice che è colpa delle tartarughe se non si può effettuare il ripascimento richiesto, necessario al buon andamento della stagione stessa. Ripascimento che, ribadiamo ancora una volta per chiarezza, E' STATO AUTORIZZATO.

Non vogliamo assolutamente mettere in dubbio la buona fede del giornalista o del titolista ma poiché da molti anni ci occupiamo di tutela e conservazione della tartaruga marina vogliamo testimoniare che a volte il danno maggiore per una specie protetta è proprio una mala informazione che crea ostilità nei confronti della stessa e vanifica tutti gli sforzi che gruppi come il nostro fanno da anni per garantirne la convivenza con l'uomo ed evitarne quindi la scomparsa.

A nostro parere il messaggio da trasmettere è quello che più che un ostacolo la presenza della tartaruga marina è un valore aggiunto per la spiaggia di Marina di Massa, e il suo ritorno in futuro certificherà il benessere del suo litorale

Chiediamo quindi da parte della stampa minore superficialità e maggiore responsabilità nel trattare certi temi e nel riportare certe notizie in un momento storico in cui l'attenzione nei confronti dell'ambiente è ormai universalmente ritenuta prioritaria per il bene del pianeta e quindi per il bene degli uomini.

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