Le Reti Fantasma
Che cosa sono
Le reti fantasma sono strumenti da pesca abbandonati (non solo reti ma anche palangari, nasse, cogolli, etc.) che vengono rilasciati in mare soprattutto accidentalmente ma che continuano a svolgere la loro azione di pesca, definita pesca fantasma, 24 ore su 24 e all’infinito. Questo avviene perché, da bravi attrezzi da pesca, continuano a fare il loro lavoro intrappolando e costringendo a morte sicura le più disparate specie marine.
Spesso succede che, una volta intrappolato nella rete, l’organismo venga facilmente predato, lasciando così la rete stessa di nuovo libera di svolgere la sua azione.
Stando ai dati di FAO (Food and Agricolture Organization) e UNEP (UN Environmental Program) del 2009, ogni anno si disperdono in mare tra le 640.000 e le 800.000 tonnellate di strumenti da pesca.
Questo dato si dimostra ancora più grave se si pensa che ogni anno queste cifre si sommano a quelle degli anni precedenti, dato che gli strumenti da pesca, un tempo costruiti in canapa e altre fibre naturali, sono oggi costituiti da fibre sintetiche e plastica, e possono persistere intatti anche per centinaia di anni.
Fonte Immagine: "Reti Fantasma", di Marco e Andrea Spinelli
Le cause
Molto spesso si tende a credere che la responsabilità della presenza di reti fantasma in mare sia da attribuire ai pescatori che volontariamente abbandonano le reti per evitare di pagarne il corretto smaltimento.
In realtà il quantitativo di materiale da pesca gettato volontariamente è piuttosto irrisorio: gli stessi pescatori vengono danneggiati dalla perdita dello strumento che serve loro per pescare e dall’azione che questo continua a svolgere in mare.
Si stima, infatti, che i pescatori arrivino a perdere fino al 30% dello stock pescabile. Le cause principali del rilascio in mare di reti fantasma sono quindi prevalentemente: mareggiate, secche, relitti, scogli, presenza di altre reti o strumenti da pesca.
Le conseguenze
Oltre alla perdita di stock ittici, vi è la perdita di altri organismi marini come tartarughe marine, pesci, mammiferi marini e perfino uccelli.
La “National Marine Fisheries Service” ha stimato che dal 2002 al 2010 siano state rinvenute, solo lungo la costa dello Stato di Washington, ben 870 reti con circa 32.000 animali all’interno.
Tra le conseguenze abbiamo anche la deturpazione dei fondali marini: le reti, una volta rilasciate in mare, possono agire negativamente su strutture come quelle di coralligeno e coral reef, rimanendovi impigliate, danneggiandole e soffocandole.
Fonte Immagine: "Reti Fantasma", di Marco e Andrea Spinelli
Per l’ambiente marino vi è anche il grande problema dell’inquinamento. Pensate che, già nel 2009, la UNEP aveva stimato che la quantità di plastica in mare fosse del 10% dei rifiuti totali. Studi più recenti, invece, affermano che le concentrazioni arriverebbero al 46-70%, con aree in cui le concentrazioni supererebbero addirittura questa soglia.
Questo problema però, oltre che l’ambiente, tocca particolarmente anche noi esseri umani: gli animali marini ingeriscono queste sostanze e noi, cibandoci di questi organismi, introduciamo a nostra volta gli stessi inquinanti all’interno del nostro corpo.
Più gli animali sono di grosse dimensioni, e si trovano quindi al vertice della rete alimentare (come tonno e pesce spada), maggiore è questo accumulo che viene chiamato biomagnificazione.
Il problema delle reti fantasma, però, non ci riguarda solo da un punto di vista biologico.
Le reti molto spesso costituiscono un pericolo anche per chi fa immersioni e per la navigazione.
I rimedi
La tematica delle reti fantasma sta acquisendo sempre più importanza, sia a livello globale che locale. Una dimostrazione è data dalla nascita di numerose associazioni e di progetti nati con l’obiettivo di rimuovere questi oggetti dal mare.
A livello globale, ad esempio, vi è la Global Ghost Gear Initiative (GGGI), un’alleanza tra aziende del settore della pesca, privati, governi e ONG che si occupano della rimozione delle reti in mare, oppure la Ghost Fishing, un’associazione nata da dei volontari sub del Mare del Nord specializzati nella rimozione di attrezzi da pesca, che basano la loro azione su progetti di conservazione, sensibilizzazione e divulgazione.
Fonte Immagine: "Reti Fantasma", di Marco e Andrea Spinelli
Nel nostro Paese, invece, un importante progetto è rappresentato da LIFE Ghost, co-finanziato da LIFE + Biodiversità dell’Unione Europea. Si tratta di un progetto in cui è prevista la rimozione delle reti da pesca in aree specifiche dell’Adriatico settentrionale, dove verranno poi misurati i benefici tratti dall’ambiente dopo la rimozione e le misure di smaltimento più efficienti.
Altri progetti a livello locale sono quello della Guardia Costiera, Reti fantasma, che si occupa della raccolta di segnalazioni, monitoraggio delle varie aree della nostra costa e alla successiva rimozione delle reti da pesca, e Missione Euridice (di cui vi parleremo in uno speciale approfondimento, in cui vi sarà anche la partecipazione di Marco Spinelli, uno dei fautori di questo progetto).
Tutti questi progetti hanno in comune il fatto che alla base vi è una rete di contatti molto ampia e variabile, che include diverse figure professionali come Guardia Costiera, sub e anche pescatori: molte volte sono proprio questi ultimi a segnalare la dispersione di questi strumenti in mare.
Fonte Immagine: "Reti Fantasma", di Marco e Andrea Spinelli
E tu, nel tuo piccolo, cosa puoi fare?
Beh, se ti piace immergerti puoi senz’altro scoprire un nuovo modo di fare subacquea e partecipare agli eventi di rimozione e pulizia dei fondali.
Mi raccomando, non cercare mai di farlo da solo, poiché potresti rischiare di danneggiare ulteriormente l’ecosistema e/o rimanere impigliato!
Anche se non sei subacqueo però puoi fare qualcosa: in primis tutte le volte che vedi anche solo una lenza spiaggiata, abbandonata sugli scogli, un’esca finta, o qualunque altro oggetto da pesca abbandonato puoi raccoglierlo e buttarlo, liberando così l’ambiente da un potenziale pericolo!
Inoltre, puoi contribuire anche sostenendo economicamente i vari progetti preposti alla salvaguardia dei nostri mari.
O ancora, acquistare da aziende che fanno uso di materiali riciclati proprio a partire da questi strumenti rinvenuti in mare.
Come vedi, in maniere più o meno dirette, anche tu puoi contribuire alla salvaguardia dei nostri mari!
Che aspetti?
Fonti e siti utili:
- WWFhttps://www.wwf.it/pandanews/ambiente/anche-wwf-sub-nelloperazione-reti-fantasma/
- FAOhttps://www.fao.org/news/story/pt/item/19405/icode/
- Marevivohttps://marevivo.it/attivita/operazioni-reti-fantasma/
- Global Ghost Gear Initiativehttps://www.ghostgear.org/
- LIFE Ghost http://www.life-ghost.eu/index.php/it/